Chi non ha mai sentito parlare di Grani Antichi?
In un epoca come quella di oggi dove c’è bisogno di riscoprire i vecchi sapori e evocare il termine “antico” fa pensare sicuramente a qualcosa di migliore o più sano soprattutto quando si parla di grano.
Intolleranze al glutine e celiachia sono in crescente aumento e sono diventate anche un campanello d’allarme per chi produce tali alimenti ora alla ricerca di materie prime alternative che possano soddisfare la propria clientela.
Forse non molti sanno però che alcune delle varietà di frumento annoverate tra i Grani Antichi che ora vanno per la maggiore, come ad
esempio il Grano duro Senatore Cappelli, e fra i teneri Gentilrosso e Terminillo, hanno una storia relativamente recente .
Ad inizio secolo e nel periodo fascista, ad opera del genetista Nazzareno Strampelli furono ibridate di decine di varietà differenti di frumento. Attraverso il suo metodo innovativo di incrocio mai utilizzato fino ad allora, si riusci ad ottenere una resa maggiore nella produzione rendendo così anche possibile la vincita della Battaglia del grano lanciata da Mussolini.
Fino ad allora infatti le colture del grano erano spesso attaccate da parassiti e funghi e la pianta del frumento essendo molto più alta era poco resistente alle intemperie. Tutto ciò aveva come conseguenza una resa minore in termini di raccolto.
Strampelli quindi fu il precursore di quella che venne successivamente definita Rivoluzione Verde e che iniziò in Messico nel 1944, ad opera dello scienziato Norman Bourlang (Premio Nobel 1970) che portò a termine il progetto iniziato dal nostro connazionale.
Da allora sicuramente di strada ne è stata fatta molta e sicuramente non sempre nella direzione giusta.
Esistono ancora delle varietà “Antiche” quali ad esempio il Grano del Miracolo coltivato nella provincia di Parma ma molte delle farine spacciate come “Antiche” di fatto sono nate in epoche più recenti .
Si tratta però nella maggior parte dei casi di farine provenienti da coltivazioni biologiche e senza additivi aggiunti, il che le rende, anche in termini di nutrienti, una valida alternativa alle altre farine per le quali non è nota neanche la provenienza.